Com’è noto, la legge 92/2019 ha ripreso lo stesso titolo del minuscolo, ma ben strutturato e in qualche modo praticabile dpr Moro del 1958 (introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica), volendone conservare e insieme arricchire le proposte culturali e il peso istituzionale, con almeno 33 ore da realizzarsi con un complesso meccanismo didattico e valutativo trasversale a tutte le discipline, su proposta di un coordinatore “individuato per ciascuna classe tra i docenti a cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica”. Nobile intento, ma lo stesso dibattito parlamentare ha messo in luce carenze di risorse, di organico, di formazione dei docenti, di norme di funzionamento e di supporto alle scuole almeno durante il percorso di iniziale della nuova norma, che ha preso avvio proprio durante una pandemia.
Le attese Linee Guida del Ministero (20 8 2020) hanno chiarito e ben interpretato le idee portanti della legge, ma non tutte le criticità si sono risolte.
Di fronte al rischio di una sottovalutazione di questa innovazione legislativa, vien da pensare ad alcune condizioni favorevoli ad un salto di qualità dell’impegno per l’educazione civica.
L’idea, a cui il Ministro Bianchi ha risposto in modo favorevole, è quella di inserire il percorso di attuazione della legge 92 nel quadro anche finanziario del programma europeo Next Generation EU (NGEU) e in particolare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che il Governo sta mettendo a punto.
Due circostanze sostengono questa speranza.
La prima è il fatto che la legge 92 sia stata approvata dalla quasi unanimità del Parlamento durante il Governo Conte 1, sulla base di una proposta leghista, nel nome di Aldo Moro, che come ha scritto l’on Capitanio in una lettera al direttore Nunzia Vallini, “ha pulito il futuro dei giovani”.
La seconda è che, nel Governo Draghi, si trovi, accanto al ministro Bianchi, anche la ministra Gelmini, che era titolare del MPI nel 2008, quando condusse all’approvazione la legge 169/2008 (“Cittadinanza e Costituzione”, art. 1), “che ha introdotto nella scuola italiana – come scrisse il presidente Napolitano, l’educazione alla cittadinanza e l’insegnamento della Costituzione. La stessa Gelmini si è rammaricata per non aver potuto dare un quadro amministrativo certo alla sua legge e per questo ha sostenuto con forza, firmando due proposte in merito, la legge 92, e anche la proposta di legge d’iniziativa popolare proposta dall’ANCI e sostenuta con grande impegno dal Giornale di Brescia.
Il coro italiano di voci europee costituito da Draghi, Gentiloni, Sassoli può sostenere credibilmente in Europa un organico rilancio, nella scuola italiana, dell’educazione civica in dimensione europea e mondiale.
Da ieri 19 aprile ore 9.30 è in corso la “Settimana Civica Verso il 25 aprile”, dedicata all’educazione civica, iniziata con la partecipazione del Ministro Bianchi e dei presidenti del Senato Casellati e della Camera Fico e con l’adesione operativa di 137 scuole e 135 Enti Locali. segreteria@perlapace.it M.3356590356 www.lamiascuolaperlapace.it

Luciano Corradini

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