Andrea è tornato dalla Romania, dove ha partecipato allo scambio giovanile “From teenager to citizen”. Qui ci racconta la sua esperienza e come questo progetto sia stata un’occasione per mettersi in gioco e crescere.

Ciao a tutti!

Immaginando di ricondurre lo scambio a cui ho preso parte ad un unico interrogativo questo suonerebbe così: “rifletti su ciò che ti affligge in quanto giovane, quali sono le soluzioni, anche minime, che proporresti a livello politico?”
Non a caso era intitolato“From teenager to citizen” , ossia cittadino e quindi membro di una comunità, conscio delle sue problematiche e desideroso di ridurle.

In particolare, lo scambio è ruotato attorno al tema della cittadinanza attiva giovanile: questo è stato declinato partendo dalla sua prospettiva locale, passando per quella statale fino ad arrivare alla dimensione europea.
Il carattere attivo della cittadinanza sta nel concetto di proposta: poiché questa non può che riflettere il proprio punto di vista, si rende necessaria un’opera di mediazione con l’altro. Penso che sia questo ciò che l’organizzazione ospitante, Asociația “Se Poate”, si proponeva di trasmettere.

Lo scambio si è svolto nella cittadina rumena di Sinaia, una località fortemente turistica ai piedi dei monti Bucegi e caratterizzata da quel particolare stile architettonico, fatto di tetti spioventi, che si vede nei film a tema vampiresco.
La provenienza mediterranea e balcanica di gran parte dei partecipanti non poteva che aver la meglio sull’atmosfera apparentemente lugubre del posto: forse è stato anche lo spirito creatosi a permettere la condivisione, fuori dalle, seppur informali, attività giornaliere, delle incertezze che caratterizzano, a quanto pare, la gioventù di tutti i Paesi coinvolti nel progetto: la disoccupazione, rimanere o emigrare, non avere rappresentanza politica. E questo durante il giorno si rifletteva nel raccontare problematiche che si sapeva essere reali e nel riproporre le soluzioni sentite la sera precedente.

Un’attività che ci ha visti occupati per due giornate ha riguardato un’immaginaria campagna elettorale nella quale i partiti in cui ci eravamo divisi proponevano ciascuno un diverso tema: il lavoro, l’uguaglianza, l’europeismo e così via. Abbiamo quindi avuto modo di esercitare la cittadinanza attiva al massimo grado.
Personalmente mi ha stupito il fatto che quel clima conviviale, che comunque ha caratterizzato la settimana, lasciava il posto, durante le attività, alla serietà e alla partecipazione. Questo soprattutto nei momenti in cui si discuteva partendo da diversi punti di vista.
Nella giornata libera abbiamo visitato la città di Brașov, peculiare per la sua architettura che ne dà un’aria tedesca; infatti, deve il suo sviluppo è dovuto all’emigrazione di lavoratori sassoni nel XII secolo.

Né lo spettro del futuro, né la visita al castello di Bran, noto anche come castello di Dracula, ci hanno tolto il sorriso: forse ciò di cui sono maggiormente riconoscente nei confronti di questa esperienza è l’aver preso atto di come i problemi del singolo siano in realtà comuni, comuni oltretutto al di là dei confini nazionali.

Andrea

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