Durante la campagna elettorale condotta per l’elezione, avvenuta il 25 settembre scorso, dei 400 deputati e dei 200 senatori che sono ora impegnati a dare un governo alla XIX legislatura, non mi risulta che i candidati abbiano mai considerato, nei programmi e nei dibattiti, l’educazione civica, reintrodotta nella scuola con la legge 92/019, come “bussola” per orientarsi e per orientare gli elettori, e in particolare i giovani, di fronte al problema del voto e ancor più alle vicende drammatiche previste per il prossimo inverno e per i prossimi anni.
Goffredo Fofi, su Avvenire del 14 scorso ha accusato la scuola di essere latitante in merito.
Diversi fattori hanno concorso a disorientare e demotivare i cittadini, oltre all’infelice legge elettorale: rilassamento estivo, siccità spaventosa, incendi boschivi, alluvioni disastrose, cronache atroci e conseguenze planetarie della guerra russo-ucraina, responsabile primaria della crisi energetica, economica, sociale che ci sta già affliggendo. Nella contesa elettorale, che non è riuscita ad evitare un nuovo record di astensionismo fra gli aventi diritti al voto, è risultato vincente il raggruppamento di destra, con particolare successo dei Fratelli d‘Italia, di Giorgia Meloni, prima donna candidata a guidare il governo del Paese. Goffredo Fofi, in un articolo di Avvenire (14 ottobre) ha denunciato la latitanza della scuola in merito all’educazione civica.
A questo punto, il giorno della prima convocazione del Senato per l’elezione del suo Presidente, si è verificato un evento che da più parti è stato sùbito avvertito come “storico”, memorabile per tutti. Si è trattato di una breve e sommessa introduzione fatta dalla senatrice a vita Liliana Segre, che, secondo protocollo, per la sua anzianità, ha avuto il compito di aprire la seduta. E’ il discorso di una “supplente”, fatta ai senatori, ai docenti, agli studenti e a tutto il popolo italiano, e non solo, data la sua vivente testimonianza di lucida e mite sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.
E’ una splendida lezione di educazione civica, che, dopo una citazione non rituale di un pensiero del presidente Mattarella sulla guerra in Ucraina, e “un pensiero rivolto con rispetto a Papa Francesco”, ricorda che in questo ottobre “cade il centenario della Marcia su Roma, che dette origine alla dittatura fascista”. E aggiunge: “il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!”.
Interrompo qui questa citazione, per ricordare che in essa sono contenuti riferimenti essenziali, per capire i “segni dei tempi” e assumere in proprio, anche nella scuola, iniziative che aggiornano gli orizzonti di senso (salute e sviluppo, identità e solidarietà) proposti nei Progetti Giovani degli anni ’90, come capaci di concorrere alla salvezza o almeno alla riduzione dei danni che ci attendono nel futuro nostro e in quello delle future generazioni.
Penso al discorso di Mattarella rivolto alle Camere riunite, da cui è stato rieletto il 22 febbraio al Quirinale, al documento di lavoro “The Economy of Francesco”, al libro a cura di G.Biraghi “A scuola di educazione civica”, a quello di L.Becchetti, “La rivoluzione della cittadinanza attiva” e aile ottime iniziative dell’ASVIS (Alleanza per lo sviluppo sostenibile)

Luciano Corradini

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