Funchal, Kuopio, Budapest, Portorose, Tallinn: tante le mete del programma Erasmus+ del Liceo Calini di Brescia promosso con il supporto di Atelier Europeo. L’esperienza, gratuita e aperta agli studenti del triennio, offre ai ragazzi la possibilità di scoprire l’Europa, accogliendo ed essendo a loro volta accolti, attraverso il contatto diretto con altre culture.
Proponendo molto più che una convenzionale gita scolastica, il liceo punta a valorizzare non solo la varietà delle tradizioni europee, ma soprattutto lo spirito di socialità e collaborazione dei suoi studenti, al fine di creare una giovane comunità internazionale più coesa. Il progetto si articola in due fasi simmetriche. Una costituita dal soggiorno nel Paese destinatario dello scambio, accolti dalle famiglie degli host-students, fino a quel momento semplici sconosciuti; l’altra dedicata a restituire l’ospitalità ricevuta.
Partire per una mobilità Erasmus di gruppo significa condividere per una settimana o più gli spazi e le abitudini della propria quotidianità, a cominciare dalle giornate in classe. Sveglia presto, corsa disperata verso la fermata del pullman, arrivo in una scuola nuova, o con qualcuno di nuovo in una scuola familiare; per pranzo un cibo strano, o guardare qualcuno fare facce strane mentre mangia il cibo che per te è “il solito”. Nel pomeriggio, fare la guida nella tua città o essere guidato in una città nuova e caotica, stando attento a tenere il passo; la sera, finalmente a casa, una casa che è la tua o che un po’ lo è diventata. A tavola, quattro chiacchiere per raccontare del tuo Paese o sentire ciò che gli altri hanno visto di questo, rigorosamente in una lingua che non è la propria.
«Le difficoltà del misurarsi con la vita a stretto contatto con persone molto diverse da noi a livello di background culturale – spiegano Elisa, Martina, Alessia e Marta, studentesse del Calini-  richiedono che chi sceglie di partecipare a questa esperienza sia in grado di percepirne il valore formativo, non riducendola a una semplice vacanza. Questo non solo perché è gratuita economicamente parlando, ma anche perché permette di conoscere realtà che non si potrebbero afferrare in altro modo e di migliorare la propria autonomia allenandosi a diventare un cittadino europeo più consapevole. Lo spirito con cui affrontare l’avventura non deve essere caratterizzato solo dal desiderio di condividere con fierezza le proprie radici con il resto dell’Europa, ma anche dalla volontà di accettare e avvicinarsi al retaggio culturale degli altri Stati membri. Tra aspettative e paure, lo studente partecipa a un’esperienza il cui valore comprenderà solo alla fine: sull’aereo di ritorno ripenserà non solo ai luoghi visitati e ai paesaggi visti, ma anche alle risate con il proprio host, alle cene in famiglia e a quegli shock culturali che ricorderà sempre con un sorriso insieme ai suoi compagni. E forse, una volta arrivato a casa con le valigie piene di snack tipici e souvenirs, si renderà conto dell’impagabile occasione che ha avuto la fortuna di vivere».
 
 

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