Noi cerchiamo per trovare, ma troviamo per cercare ancora, diceva S.Agostino.
La ricerca può avvenire in diversi ambiti e a diversi livelli. Chi non trova tutto e subito ciò che vuole sapere o avere, può chiudersi nell’indifferenza o nello scetticismo, o seguire cattive compagnie, ossia bande più o meno armate, o un cupo isolamento sociale volontario, con internet (hikikomori).
Nel 2010 Armando Matteo, prima d’iniziare il suo libro intitolato “La prima generazione incredula”, aveva premesso una frase in cui Claudio Magris affermava che “il progressivo venir meno della pratica e della cultura cristiana e cattolica rappresenta una grave mutilazione per tutti, credenti e non credenti, perché quella cultura cristiana è una delle grandi drammatiche sintassi che permettono di leggere, ordinare e rappresentare il mondo, di dirne il senso e i valori, di orientarsi nel feroce e insidioso garbuglio del vivere”.
Il comune riferimento a un Dio è stato a lungo, e in certi paesi è ancora, condizione necessaria per avere leggi comuni e cittadini fedeli. Nel mondo ci sono però diversi nomi di Dio, e diverse leggi e modi di stabilire relazioni con lui. Basti pensare alle guerre di religione, dove non era stato ancora ascoltato il monito di Gesù che chiedeva di dare a Cesare (cioè allo Stato) quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Nei giorni scorsi giovani musulmani hanno compiuto atti di terrorismo in Germania, in campagna elettorale, fomentando odio per l’islam.
Se la religiosità è apertura ad una domanda sulla totalità dell’essere e sul suo significato, la religione è invece fatto storico, e ha funzione di mediazione sacrificale e sacerdotale nel dialogo fra Dio e l’uomo. Tutte le scienze dell’uomo cercano di cogliere da diversi punti di vista la complessità del “fatto religioso”. La riflessione pedagogica, in particolare, nei paesi in cui ci sia democrazia e rispetto della laicità e dei diritti umani, come nella nostra Costituzione, ne denuncia le degenerazioni del proselitismo e del fanatismo, e ne valorizza l’energia vitale, che opera in gran parte per la liberazione dell’uomo, la promozione del dialogo tra le culture, della solidarietà e dello sviluppo dei popoli, per la pace.
La fede è una risposta inviolabilmente personale a un appello che può essere avvertito o meno.
Se la religiosità è educabile, la religione insegnabile, la fede non è né educabile né insegnabile, ma è testimoniabile, come del resto la luminosa probità di chi sappia rendere ragione della speranza che vive.
E’ noto che il “ciclone Trump” insediatosi alla Casa Bianca, ha interpretato la deviazione della pallottola che doveva colpirlo in campagna elettorale come un intervento diretto di Dio, per assicurare a lui la possibilità di rendere grande l’America.
Eletto da Dio, eletto dal popolo e circondato dai più ricchi della terra, Trump si sente e si comporta come libero dalle leggi. Con il suo antagonista Putin, che ha il sostegno di Kiril, patriarca ortodosso di tutte le Russie, ha innescato una lotta contro la Corte Penale Internazionale, l’Onu e il sistema multilaterale democratico. Gli americani e i Russi che ci hanno liberati dal nazismo ora contestano le istituzioni che hanno voluto e invitano gli europei a votare per partiti filonazisti (Gott mit uns).
Il Dio di Gesù Cristo si chiama Padre nostro, di tutti, non solo degli stati e degli uomini più forti.
Luciano Corradini