Atelier Europeo presenta un master in Europrogettazione, per la formazione di figure professionali che possano gestire la progettazione europea.

Tema e programma sono impegnativi e affascinanti, per giovani che abbiano motivazioni e disponibilità a spendersi per acquisire competenze e professionalità utili a diventare protagonisti nell’Europa di oggi e di domani.
E’ naturale che coloro che si cimentano in questo programma di studio pensino a inserirsi in un settore prestigioso del mondo del lavoro. Le competenze acquisite non saranno però solo un bene per loro, ma per tutta la società, caratterizzata da contraddizioni, da tensioni e da problemi progressivamente più complessi e drammatici. Gli strumenti culturali e tecnici necessari per avventurarsi nel futuro dell’Europa devono essere insieme sofisticati e illuminati da idee fondate e da principi chiari.

Credo che sia importante, fra le analisi serie, le semplificazioni pericolose e le bufale che caratterizzano gran parte  dei messaggi leggibili nella rete e nei social, valorizzare la ricca eredità di analisi e di proposta che ci viene da Zygmunt Bauman, uno dei più grandi sociologi e filosofi del nostro tempo, morto il 9 gennaio a 92 anni.

Se Jean-Francois Lyotard (1979) aveva riassunto la sua analisi nel concetto di società postmoderna, Bauman ha introdotto il concetto di modernità liquida (2000), riassumendo in questo aggettivo e nella relativa immagine il venir meno, il franare di quelle convinzioni, istituzioni, di quei principi e parametri che hanno assicurato qualche stabilità al mondo in cui viviamo, tra Otto e Novecento, e ai modi per immaginare e per costruire il nostro futuro.

Questa concettualizzazione, che risulta ancora attualissima, in quanto esplicativa di gran parte delle paure, delle insicurezze, degli egoismi, in sintesi delle perdite di valori che ci affliggono, non è solo  da leggersi come annuncio di catastrofe, ma anche come opportunità e come sfida.  “Si potrebbe dire”  aveva scritto in Homo consumens del 2007 “che questo problema costituisca la sfida più tremenda a cui ci troviamo di fronte nei nostri tempi di galoppante globalizzazione“. Non era ancora esplosa come oggi la “morte liquida” del Mediterraneo, dovuta al fatto che politica, diplomazia, fratellanza, comprensione, responsabilità non sono ancora riuscite a farci vivere, con i nostri vicini, all’altezza dei patti fondativi della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea.

Se i profughi dal medio oriente e dall’Africa oggi muoiono di freddo, come gli ebrei nei campi di concentramento nazisti e sovietici, aggrappandosi ai chilometri di filo spinato che vogliono loro impedire il passaggio dalla Serbia all’Ungheria, occorre che, con forza morale e con determinazione politica e coraggio, i giovani d’oggi e di domani si aggrappino ai diritti fondamentali dell’uomo, che caratterizzano l’unica speranza di “sortirne insieme”. come diceva don Milani, e come dicono la Costituzione italiana e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Luciano Corradini

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