Fra eventi e commemorazioni, questi ultimi giorni prenatalizi ci hanno presentato scenari e riflessioni che suscitano tristezza, inducono al pessimismo, al disimpegno e/o alla cattiveria, di fronte a un futuro che sembra inquinato, impoverito, addirittura scomparso come orizzonte in cui collocare sogni, progetti e certezze di vita buona.
La politica e la corruzione ai massimi livelli disgusta e induce al rancore, alla rassegnazione o alle generalizzazione del “sono tutti uguali”.
Ma non c’è solo questo, come ci mostra il 53°Rapporto del CENSIS 2019, nel consueto affresco di fine anno sulla situazione sociale del Paese. Più citata è la parte del Rapporto in cui si pongono in primo piano, come causa ed effetto di questa crisi, “la solitaria difesa di sé stessi degli italiani ‒ esito del furore di vivere e di stratagemmi individuali per difendersi dalla scomparsa del futuro ‒, le responsabilità collettive eluse, ma anche i grumi di nuovo sviluppo”.
Quando l’ansia, dovuta anche alla perdita delle sicurezze sul mattone, sui BOT e sull’ascensore sociale, legato alla scuola e alla formazione, scrive il Rapporto, non riesce a tradursi in furore, il 75% dei cittadini non si fida più degli altri e il 48% dichiara di essere favorevole all’avvento di un uomo forte al potere, senza la mediazione dei partiti, dei sindacati, delle associazioni, delle istituzioni democratiche .
Una serie di recenti libri di carattere politico, sociale, linguistico ha scandagliato la fenomenologia di questo degrado, che si manifesta in una conflittualità malata, in cui il dissenso si trasforma in volontà di delegittimare, di offendere, di eliminare in qualche modo dal consorzio civile coloro che non la pensano come noi, anche se abbiamo bisogno di loro.
Gli “altri “ sono per eccellenza gli stranieri che vengono con i barconi a insidiare il benessere degli italiani: e l’Europa diventa, per alcuni, sempre meno sogno e sempre più incubo. Qualcuno esulta per la Brexit, dono di S.Lucia a Johnson, in nome del proverbio “chi fa da sé fa per tre”, dimentico dell’opposto “l’unione fa la forza”.
Portato alle estreme conseguenze, questo stato d’animo e questo modo di esprimersi e di comunicare, dalle aule parlamentari ai social e agli onnipresenti twitter dei politici, ieri alleati, oggi duellanti, fanno temere che si avveri di nuovo quello che Primo Levi aveva scritto nella frase citata da Angela Merkel nel corso della sua visita ai campi di sterminio di Aushwitz-Birkenau: “E’ successo, quindi può succedere ancora”.
In effetti stanno risorgendo qua e là, anche nel nostro Paese, focolai e manifestazioni di nazifascismo, di antisemitismo, di antiislamismo vittimistico. Sotto il cartello di Stop, vicino a casa mia, qualcuno ha incollato la striscia: ”ai musulmani”. Firmato: “Gioventù identitaria”.
C’è però un altro risvolto che va considerato.
Le piazze si riempiono anche di giovani, per seguire i discorsi del presidente Mattarella, che fornisce criteri di verità e di ragionevolezza per ricostruire il passato, valutare il presente, preparare il futuro; la Galleria di Milano applaude i seicento sindaci che, con tanto di fascia tricolore, fanno la scorta alla Senatrice a vita Liliana Segre, quasi novantenne, che da decenni testimonia in tutte le scuole l’orrore dell’Olocausto e per questo viene insultata da centinaia di balordi su internet; le piazze si riempiono con l’inattesa emersione, da questa “società liquida”, delle centinaia di migliaia di Sardine, che ridanno valore alla compresenza, alla parola, al silenzio, alla comunità, alla fratellanza, come se volessero rassettare i computer imballati che rischiano di bloccarsi per la spazzatura di cui li abbiamo intasati.
E frattanto il Times ha presentato la foto pensosa, con un misto di serietà e sorriso della sedicenne Greta, dichiarata la persona dell’anno, che il 13 scorso è giunta da Madrid a Torino, per incoraggiare, con motivazioni scientifiche e politiche, moltitudini di ragazzi, adulti, e istituzioni, a fare il possibile per salvare il Pianeta.
Senza dimenticare che, mentre il Cop 25 di Madrid si è chiuso senza accordo, Ursula von der Leyen e il nostro Governo hanno presentato progetti green seri e impegnativi, per l’UE e per il nostro Paese.
Luciano Corradini