Dal 14 al 21 Marzo 2018 a Chicon in Spagna si è tenuto il training course “Shake your emotion”: molti educatori, formatori, operatori giovanili e sociali sono arrivati da diversi Paesi quali Cipro, Grecia, Lituania, Romania, Spagna e Italia con l’obiettivo di riunirsi, discutere e creare competenze ed abilità sul tema della “gestione delle emozioni”. Un argomento essenziali per chi ogni giorno lavora a contatto con le persone. La nostra progettista del Area Migrazione e Cooperazione ha preso parte alla formazione: qui una breve testimonianza e riflessione sul esperienza.
Il corso di formazione era promosso dai nostri partner spagnoli Asociación Sociocultural Más Ocio e co-finanziato dal programma Erasmus plus.
Quando ho deciso di inoltrare domanda di partecipazione per questo progetto, non sapevo cosa mi aspettasse – è stata la mia prima esperienza di training all’estero- ma speravo davvero che questa esperienze fosse un’occasione per crescere, sia professionalmente che personalmente. Il training si è espletato in attività che condensavano sia l’esperienzialità che la accademica lezione frontale, impostata però sempre secondo le metodologie dell’apprendimento non formale.
Il gruppo quindi aveva l’opportunità di imparare concetti e acquisire nozioni divertendosi e creando legami amicali che rappresentano l’altro obiettivo di questo genere di progetti. Incontrare gente proveniente da Paesi differenti, confrontarsi sui temi più disparati, scambiarsi opinioni ed esperienze sulla tematica della conoscenza e “gestione” delle emozioni, raccontare la propria cultura di provenienza, le proprie esperienze e conoscere culture differenti dalla nostra, ha reso questo progetto veramente, ma veramente priceless.
Certo non sono mancati momenti di “sconforto” soprattutto i primi giorni e momenti che ho vissuto con stanchezza poiché le attività erano fitte e a volte estenuanti, ma quello che rimane poi tornando a casa è l’arricchimento della lista degli amici internazionali e la serie di input ricevuti.E’ bello notare come, superati i pregiudizi e gli stereotipi, è poi così naturale non avere barriere e riuscire a guardarsi tutti come uguali e unici al tempo stesso.Sarà banale ma l’incontro/confronto con altri ragazzi provenienti da paesi lontani mi ha toccato profondamente.
Spero di avere ancora l’opportunità di partecipare al altri training, incontrare altri ragazzi e vivere nuove e uniche esperienze,
Paola