L’anno dedicato a ripensare alla vita straordinaria di don Lorenzo Milani si va cronologicamente concludendo il 27.05.1924, anno centenario della sua nascita. L’evento ufficiale di chiusura è fissato la domenica 26.05. Si partirà da Ponte a Vicchio per il Lago Viola, poi ci saranno interventi a Barbiana di rappresentanti di associazioni giovanili di membri del Comitato nazionale, del cardinale Giuseppe Betori, del professor Gustavo Zagrebelsky, giudice emerito della Corte Costituzionale e dell’onorevole Rosy Bindi, presidente del Comitato.
Questo comitato prevede di dedicarsi per i prossimi mesi a raccogliere gli atti dei molti convegni milaniani che hanno caratterizzato quest’anno, in vista di un’auspicata pubblicazione conclusiva. Di fatto la ricchezza della personalità, delle idee, dei contributi dati da questo giovane prete e maestro ha dimostrato quanto opportuna sia stata questa iniziativa nazionale, che è servita a superare vecchi stereotipi polemici nei riguardi di don Lorenzo, a fornire nuove chiavi di lettura della sua ricca e originale personalità, e a trovare nuovi modi per affrontare le opportunità e le tragedie del nostro tempo, pur tanto diverso dal suo.
Sembrava ad alcuni che su don Milani tutto fosse stato detto e scritto e che bisognasse parlare d’altro, in una scuola “seria”, che non trascurasse i ”Pierini” per dedicarsi solo ai “Gianni”.
Uno dei suoi “ragazzi””, Paolo Landi, divenuto adulto, sdegnatosi per la liquidazione dell’opera educativa e sociale del suo Maestro, ha passato in rassegna le obiezioni che tre illustri critici (L. Ricolfi, E.Galli della Loggia e G.Ferrara) hanno riproposto nel 2023 e nel 2024 in quotidiani nazionali, dimostrandone l’infondatezza. Landi ha utilizzato in proposito un suo precedente libro, ”La Repubblica di Barbiana La mia esperienza alla scuola di don Milani”, LEF, Firenze 2018.
La scuola di Barbiana ha consentito negli anni ‘60, a lui come agli altri ragazzi, di acquisire un’ampia base culturale e di fare importanti esperienze in Italia e all’estero che mai avrebbero immaginato di poter fare. Questo è un primo risultato importante da tenere ben presente. In questa fine d’anno scolastico e di campagna elettorale che deciderà il nostro destino comune, ricordiamo la domanda e la risposta che don Milani ricavava dalla sua esperienza vissuta alla luce della Costituzione e del Vangelo: “Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null’altro che d’essere uomo”. Di fronte ai cattivi esempi e ai limiti della nostra vita sociale e politica volgiamo al plurale il motto di don Milani.
Don Milani ha detto ai suoi ragazzi di ieri e a quelli di oggi il suo I Care, che dobbiamo volgere al plurale, adulti e giovani.: “We Care”. Ci sta a cuore. Ci diamo da fare.
La pace, la democrazia e lo sviluppo e l’UE non cadono da cielo. Çe lo ricorda una lettera scritta da un filosofo di 103 anni Edgar Morin, inviata a papa Francesco nel convegno di Verona per un comune impegno per la pace.
In sintesi l’intensità e la chiarezza dell’esperienza vissuta e raccontata per così dire “in diretta”, senza mediazioni e senza orpelli culturali, con uno straordinario impegno di autenticità, fanno di Barbiana, luogo fuori del mondo culturale, ecclesiale, politico-istituzionale, uno dei più originali e stupefacenti laboratori di pedagogia di questo centenario, che si chiude all’insegna di una campagna elettorale ancora fiacca, per il Parlamento Europeo.
Luciano Corradini