Il 12/12/2018, cioè tre anni fa, il direttore di questo Giornale, Nunzia Vallini, rispondeva ad una domanda: ”perché un giornale si prende la briga di promuovere una sottoscrizione non sua?”. A questa rispose con un’altra domanda: ”Perché dovremmo assistere passivi ad un sos dei sindaci d’Italia dopo aver verificato che pochi l’hanno rilanciato con forza, pochi l’hanno percepito?”
Eppure l’educazione civica non è una cosa da trascurare. L’ANCI, (associazione nazionale dei Comuni italiani) ne chiede il ritorno come materia scolastica a sé, con voto autonomo nei curricoli scolastici di ogni ordine e grado. Questo evento straordinario era avvenuto per iniziativa del sindaco di Firenze Nardella e di quello di Taranto Decaro, presidente dell’ANCI, secondo l’art. 71 della Costituzione, che dice “Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”. Gli articoli erano stati fatti, chiari e robusti, sotto il titolo “Proposta di legge di iniziativa popolare: Insegnamento di educazione alla cittadinanza come materia autonoma”. Occorrevano le 50.000 firme autenticate da pubblici ufficiali.
La campagna del GdBs è stata sistematica, creativa ed efficace, tanto che si raccolsero oltre 15.000 firme, con mobilitazione di volontari, del Consiglio Comunale, della Giunta e delle principali autorità cittadine. A livello nazionale negli scatoloni contenenti le firme, validate in Cassazione e portate alla Camera, furono oltre il doppio di quelle previste dall’art.71, il che permise l’incardinamento della proposta di legge in Commissione Cultura.
I deputati dal canto loro avevano presentato una quindicina di proposte, che vennero discusse e raccolte in un testo unificato, che fu approvato nella Camera e nel Senato con consenso quasi unanime delle forze politiche.
Ne uscì la legge 20-8-2019 n.92, intitolata “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”. Di tutto ciò, anche a causa della pandemia, c’è stata solo una modestissima eco nei media, tanto che i primi firmatari del testo approvato, onn. Capitanio, Centemero, Colmellere, quando uscirono le Linee Guida della ministra Azzolina il 20-8-2020, hanno mandato una lettera al Direttore, segnalando l’evento e rivendicando il merito d’avere portato a termine, con la legge 92, l’impresa di ricuperare, aggiornandolo, il decreto Moro del 1958.
Il nuovo Governo Draghi, nella sua larga maggioranza, ha visto presenti il nuovo ministro della PI Bianchi e l’ex ministra Gelmini, che, di fronte ai problemi della pandemia, ma con le risorse provenienti dall’Unione Europea, hanno aperto la speranza che questa legge trovasse uno spazio adeguato nel PNRR. La doccia fredda è arrivata da una nota ministeriale del 30-11-2021 della Direzione generale del personale che, nell’assegnazione delle risorse finanziarie per la formazione dei docenti in servizio per l’a.s.21-22 fra le priorità nazionali per la formazione dei docenti non citano più l’educazione civica.
In una dura nota di commento l’UCIIM Unione cattolica insegnanti dirigenti e formatori parla di “tentativo di invalidare l’insegnamento dell’educazione civica”.
E conclude, citando Dante: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”
Luciano Corradini