Il nuovo anno scolastico è iniziato con un rilancio dell’educazione civica. E’ una buona notizia, che va letta e interpretata con buona volontà, per non spaventarsi per la lunghezza del testo e per non farsi prendere dalla logica del tutto o nulla.
Si legge nel DM 7-9-024 n 183: “A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, sono adottate le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, di cui all’allegato, che costituisce parte integrante del presente decreto”. Esse “sostituiscono integralmente le Linee guida adottate con decreto ministeriale 22 giugno 2020, n. 35” (firmato dalla ministra Azzolina). Ricordo che il CSPI, Consiglio superiore della pubblica istruzione, nella seduta del 28 agosto 2024, all’unanimità aveva espresso un parere “non favorevole” al precedente testo sottopostogli dal ministro Valditara.
Trattandosi di un parere “non vincolante”, il Ministro ha ritenuto di procedere ugualmente, respingendo nella sostanza le principali critiche rivolte al suo testo e firmando il citato decreto. Fra ciò che del precedente parere ha conservato quasi alla lettera c’è una premessa fondamentale: “Le Linee guida, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 1 della Legge 92/2019, mirano innanzitutto a favorire e sviluppare, nelle istituzioni scolastiche, la conoscenza della Costituzione italiana – riconoscendola non solo come norma cardine del nostro ordinamento, ma anche come riferimento prioritario per identificare valori, diritti, doveri, compiti, comportamenti personali e istituzionali finalizzati a promuovere il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese – nonché delle istituzioni dell’Unione Europea. La conoscenza della Costituzione – nelle sue dimensioni storiche, giuridiche, valoriali – rappresenta il fondamento del curricolo di educazione civica. In questo senso va sottolineato il carattere personalistico della nostra Costituzione”.
Tutto bene fin qui e anche oltre, dove si presentano i traguardi delle competenze e gli obiettivi di apprendimento, anche se talora sono ridondanti. Se però si prosegue nella lettura, si può notare che l’aggettivo “personalistico” è usato non in riferimento alla concezione filosofica del personalismo etico e sociale di Mounier e Stefanini, ma nel significato di persona che “persegue interessi esclusivamente personali”, cioè individualistici. E’ un fatto che la Costituzione è poco o per nulla conosciuta, per cui è importante insegnarla e studiarla: occorre però tener conto delle interazioni che i vari concetti e i vari articoli hanno nella loro organicità. Mi limito a qualche cenno: l’art. 2 prescrive “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, l’art. 53 dice che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, l’art. 81 che “lo Stato assicura l’equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”.
Le Linee guida non citano questi articoli e non parlano del debito pubblico, che con gli interessi che gravano sul bilancio, limita gravemente i diritti sociali soprattutto dei più deboli e quelli delle nuove generazioni, che dovranno farsene carico.
Non si parla di educazione alla pace, ma due volte della Patria, che per l’art. 52 è sì da difendere come sacro dovere, ma non solo con le armi, dato che l’art 11 “ripudia la guerra come strumento di offesa… e consente…alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni..”.
Come se la scuola potesse distrarsi o rimuovere il problema più lacerante della storia umana e la frustrazione antropologica che consegue alla difficoltà di sostituire al mors tua vita mea il vita tua vita mea.
Luciano Corradini