Secondo Francesco De Sanctis, storico e critico letterario che fu anche ministro dell’istruzione nell’Ottocento, ogni nuova generazione, per potere sviluppare sé stessa, ha bisogno di trovare davanti a sé un passato da combattere e un avvenire da conquistare.
Si era in epoca risorgimentale. Lui però, con i suoi studenti non si schierava politicamente, ma, come scrive nel suo La Giovinezza, insisteva sull’etica e sulla dignità della persona: ”e in queste parole c’era tutto: c’era la patria, c’era la libertà, c’era l’Italia”.
Per dare concretezza storica a questi valori etici, Mazzini divenne un filosofo e organizzatore politico “sovversivo per dovere”, ma non con la mentalità del terrorista. Si pensi ai suoi scritti Pensiero e Azione, Dei doveri dell’Uomo, Fede e Avvenire. Affrontò, per sé e per i suoi, esilio, carcere e morte, con frequenti viaggi e soggiorni transalpini, come carbonaro e poi come fondatore della Giovane Italia e della Giovane Europa, provando anche quel tormento che chiamò “la tempesta del dubbio”.
Di Garibaldi restano nella memoria la famosa frase che rivolse a Bixio nella battaglia di Calatafimi: ”Qui si fa l’Italia o si muore”, e l’asciutto telegramma indirizzato al generale La Marmora nel 1866: “Obbedisco”.
Ricordo anche i combattenti della Resistenza italiana ed europea, le cui Lettere dei condannati a morte sono un patrimonio etico, politico e pedagogico non conosciuto e valorizzato quanto sarebbe giusto, nonostante il magistero civile dei nostri presidenti della Repubblica, che nei loro viaggi in Italia e nel mondo e negli anniversari, hanno colto occasioni per meditare sulle pagine più importanti della nostra storia e per trarre insegnamenti, con la bussola della Costituzione.
Di Sergio Mattarella è in distribuzione da pochi giorni il libro Vi auguro la democrazia. Dai discorsi del Presidente.
Gli oltre 80 anni di pace che abbiamo vissuto dopo la fine della 2° guerra mondiale, anche grazie all’ombrello difensivo degli USA e della Nato, hanno indotto molti a ritenere che, dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) fosse addirittura finita la storia, liberando, con la democrazia e il mercato, il mondo occidentale dalle guerre.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin nel febbraio ’22, con la resistenza armata dell’Ucraina, sostenuta dagli USA di Biden e da gran parte dei Paesi europei, hanno riportato in primo piano il dramma della guerra, da Putin definita operazione speciale e da papa Francesco crudele e insensata.
A questa si è affiancata la guerra innescata da Hamas contro Israele col pogrom del 13 ottobre ’23, con la tremenda risposta del governo di Netanyahu.
L’elezione di Trump alla presidenza degli USA ha fatto sperare nella sua promessa di ottenere la pace.
Il suo programma elettorale, che ha voluto realizzare con decreti ispirati a messianismo religioso, dimostra però la volontà di abbandonare la stagione del diritto internazionale dei diritti umani come già hanno fatto Putin e Netanyhau.
Quanto all’Europa, abbandonata da Trump, si è posto il problema di colmare questo vuoto con un impegno diretto politico e finanziario, da parte della presidente della Commissione Europea Ursula von del Leyen.
La maggioranza ha approvato un programma di Riarmo, che vuol essere una garanzia di difesa. Ne sono nati dissensi. Interpretando questo disorientamento, Michele Serra ha invitato tutti coloro che si sentono europei a incontrarsi in “una Piazza per l’Europa”, con la sola bandiera a 12 stelle.
La domanda che mi pongo è quella del titolo: Morire o vivere per l’Europa? L’importante è non vivacchiare, standoci dentro senza capirne valore e rischi.
Luciano Corradini