Car* lettrici e lettori, viaggiatrici e viaggiatori, ecco a voi Davide! Un nostro volontario che a partire da metà gennaio ha deciso di intraprendere un percorso con il Corpo Europeo di Solidarietà in Francia, dove lo aspettava un ritorno alle origini, o meglio… a scuola! Durante il suo #ESC, infatti, Davide sta collaborando a stretto contatto con giovani studenti francesi con e senza difficoltà per scoprire nuove prospettive e migliorare il loro apprendimento scolastico. E ora… a voi le conoscenze!

Ho iniziato il mio volontariato in Francia a metà gennaio ed è incredibile come sia già passato un mese e mezzo. Fare un bilancio, anche se parziale, non è facile: so che ci sono ancora tantissime cose da fare, vedere e scoprire, ma al contempo anche in questo poco tempo trascorso a Chateau des Vaux ho fatto, visto e scoperto tantissimo. 

La scuola si è mostrata da subito accogliente nei miei confronti, così come i miei tutor e responsabili di riferimento: grazie a loro, anche entrare in relazione con gli studenti e le studentesse è stato più facile nonostante la barriera linguistica (da parte mia ignoranza del francese, da parte loro rigetto nei confronti dell’inglese!!). Ho la possibilità di entrare in contatto con persone e storie diverse tra loro e diverse da quelle con cui sono abituato a interfacciarmi nella mia quotidianità, storie spesso difficili che mostrano i loro segni negli sguardi e nei comportamenti di ragazzi e ragazze stesse. L’ambiente scolastico, quindi, diventa sempre (o almeno ci prova) un luogo sicuro, in cui ciò che viene insegnato e trasmesso non sono solo nozioni e competenze

Tutto questo sono riuscito, finora, a intuirlo e sfiorarlo, non ancora a entrarci totalmente, ma, come questa stessa esperienza mi sta insegnando, è davvero necessario (e non retorico) dare tempo al tempo. Perché di tempo, in un castello della valle della Loira disperso nelle campagne, ce n’è in abbondanza: all’inizio era qualcosa che mi spaventava, la noia; adesso, anche grazie ai rapporti con le altre persone che abitano lì (e che fortunatamente hanno delle macchine), noia forse è l’ultima parola che mi viene in mente. 

Sono settimane piene e intense, così come quelle che mi aspettano, e non vedo l’ora di affrontarle.

Davide

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