Car* viaggiatori e viaggiatrici, rieccoci con un nuovo racconto del nostro Simone che ci scrive da Redon dove sta proseguendo con il suo #ESC

Metto mano al pc per scrivere l’aggiornamento di questo mese e… zan zan zaaaan! 

Realizzo che siamo arrivati alla tappa di metà percorso di questa esperienza, e penso subito due cose:

– ammazza se passa veloce il tempo, rimangono ancora solo 6 mesi;

– ammazza, ho ancora un sacco di tempo, mi rimangono ancora 6 mesi

Finito il dissidio interiore introduttivo, possiamo parlare un po’ di eventi, emozioni e stati d’animo di questo mese.

Ci siam salutati che eran le vacanze, e come ogni vacanza che si rispetti – sigh – anche a me é toccato tornare a #lavorare. Ad addolcire il rientro, pero’, c’é stato un barbecue di bentornate organizzato alla Redonnerie, per il rientro in “operatività” di tutti i volontari. 

Ok in queste occasioni lo switch alla vita vegana che sto cercando di fare non sempre trova vita facile, ma qui le persone sono tanto carine e quindi hanno preparato / portato qualcosa anche per il rientro del mio pancino.

Finito agosto, inizia settembre. E con ogni settembre, ecco che arriva la carrellata di nuovi volontari europei che presteranno servizio a Redon. Impressioni a primo impatto dopo appena qualche settimana in cui ci si é conosciuti: sono tutte un po’ giovincelle (specialmente confrontando con le persone che eran volontarie in precedenza) ma si va abbastanza d’accordo. Alla fine, quando si parte per esperienze di questo tipo, si é anche un po’ predisposte all’entrare in socialità con gli altri esseri umani che popolano questa terra.

Novità delle novità: per diventare un vero bretone ho deciso di cominciare a prendere dei corsi di organetto! Una collega della Redonnerie ne aveva uno a casa che non utilizzava da un po’… e quindi ha deciso di prestarmelo, yuppie! 🙂

Tra le altre attività di questo mese, posso menzionare il processo di nascita in corso di una piccola associazione / ritrovo di giocolieri, il mio essere diventato – finalmente – volontario del cinema locale e le attività all’aperto per conoscersi meglio tra volontari organizzate dalla Mapar.

Le cose da fare, come al solito non mancano mai, e la mia testa oscilla un po’ tra i due stati d’animo che abbiam visto all’inizio. Sarà che adesso l’abbiam varcata per davvero la soglia della “metà” progetto, ma ogni tanto, per qualche piccolo istante, sento di stare iniziando a vivere questi giorni già con un po’ di malinconia.

Vorrà dire che forse ho trovato proprio un bel posto.”

Simone

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