Negli ultimi anni, in Europa e nel mondo, gli episodi di attacchi e crimini d’odio, anche presso i luoghi di culto, sono diventati sempre più frequenti, con una tendenza preoccupante che riflette l’aumento del fenomeno dell’estremismo violento. Contro questa minaccia, nasce il progetto internazionale “Partes” (Participatory Approaches to Protecting Places of Worship), finanziato dalla Commissione Europea tramite i fondi AMIF, che punta a creare un modello innovativo per garantire la sicurezza di chiese, moschee, sinagoghe e altri spazi di preghiera. Coordinato da un consorzio di partner europei esperti, il progetto mira a coinvolgere comunità religiose, autorità locali e cittadini nella protezione di questi luoghi. Il partner bresciano è l’Associazione Carcere e Territorio, con l’expertise della dott.ssa Luisa Ravagnani, ricercatore confermato presso la cattedra di Criminologia – Università degli Studi di Brescia. La realtà bresciana, si occupa di percorsi di inclusione per persone in esecuzione penale e porta nel progetto la propria esperienza nell’ambito dell’integrazione e della prevenzione dei fenomeni di esclusione sociale, con un contributo significativo, radicato nei valori di tutela dei diritti e promozione della coesione comunitaria. Come afferma la dott.ssa Ravagnani, “Il panorama delle minacce ai luoghi di culto è diventato estremamente complesso, combinando attacchi fisici con una crescente incidenza di crimini d’odio online. Spesso, queste aggressioni sono sintomo di un fenomeno più ampio: l’ascesa dell’estremismo alimentato da retorica tossica, ignoranza culturale e insufficiente impegno nella prevenzione da parte della società. Nonostante le misure adottate dalle autorità, come la protezione fisica e la presenza di forze di polizia, è chiaro che queste non sono più sufficienti a garantire la sicurezza.”

Partes si distingue dunque per il suo approccio partecipativo e inclusivo. Il progetto punta a: mappare le minacce, comprendendo in dettaglio i pericoli, inclusi gli attacchi informatici; scambiare buone pratiche su possibili soluzioni di sicurezza efficaci già adottate in Europa e facilitare il dialogo tra comunità religiose e istituzioni locali; formare e sensibilizzare, tramite l’organizzazione di corsi e campagne rivolti a popolazione e autorità per combattere l’odio e promuovere la comprensione interculturale. A questo proposito segnaliamo che il 21 e 22 gennaio è previsto un evento di formazione rivolto alle associazioni e organizzazioni della società civile, finalizzato a condividere buone prassi nazionali e internazionali in tema di prevenzione della radicalizzazione e del rischio di terrorismo, di strategie di prevenzione e gestione dei conflitti e di rafforzamento delle reti sociali che lavorano con soggetti vulnerabili.

Per maggiori dettagli  https://www.act-bs.it/progetti-internazionali/partes/

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