“La sovranità appartiene al popolo”, come si legge nel secondo comma del primo articolo della Costituzione. Accade che alcuni politici non citino l’intera frase, che continua in questo modo: “che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Forme e limiti sono precisati negli articoli successivi della Carta, che riguardano l’organizzazione dello Stato, la divisione dei poteri, l’elezione dei parlamentari di Camera e Senato, che detengono il potere legislativo e che votano la fiducia al Governo, che ha il potere esecutivo. Gli elettori sono i cittadini che hanno rispettivamente 18 e 25 anni e le legislature durano di norma 5 anni.
La storia insegna che i governi della nostra Repubblica durano mediamente poco più di un anno, per la difficoltà che i rappresentanti eletti del popolo e i governi da essi sostenuti trovano nel condividere le linee d’indirizzo o singoli provvedimenti dell’Esecutivo, sui quali può venir meno la fiducia del Parlamento. In questi casi tocca al Presidente della Repubblica verificare l’esistenza di una nuova maggioranza o sciogliere le Camere, indicendo nuove elezioni. Il 2 febbraio scorso, constatato il fallimento dell’incarico affidato al Presidente della Camera Fico di verificare la possibile esistenza di una maggioranza che sostenga il Governo, il Presidente della Repubblica Mattarella, analizzate puntualmente le difficoltà di indire nuove elezioni, e l’urgenza di dar vita ad un governo adeguato a “fronteggiare le gravi emergenze presenti: sanitaria, sociale, economica, finanziaria”, ha deciso di “rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica”.
L’incarico è stato conferito al prof. Mario Draghi, già presidente della BCE, figura nota e apprezzata in tutto il mondo. Questi, riservandosi di accettare, ha convocato e ascoltato in sequenza tutte le forze politiche e gran parte del mondo sindacale e associativo; ha poi sciolto la riserva ottenendo dal Capo dello Stato la nomina a Presidente del Consiglio e quella dei ministri a lui proposti. Questi sono in parte “tecnici” di riconosciute competenze, in parte politici di quasi tutte le componenti parlamentari. Dopo il giuramento dei ministri nelle mani del Capo dello Stato, Draghi ha ricevuto dal presidente uscente Giuseppe Conte la simbolica campanella a Palazzo Chigi e ha insediato il suo Governo, impegnandosi a presentare mercoledì e giovedì alle Camere il suo programma. Seguirà la nomina dei viceministri e dei sottosegretari. E’un programma eccezionale in un periodo eccezionale, preparato con sobrietà e precisione inusuali.
Immagino ora che, pur con tempi e modalità diverse, i docenti coordinatori dell’insegnamento di educazione civica di tutte le scuole, con le dovute differenze relative all’ età degli allievi, incontreranno i loro colleghi, che avranno frattanto seguito le vicende della crisi, del suo superamento e dell’atteso programma centrato in particolare sui progetti europei previsti dalla Next generation EU, per scambiarsi idee in proposito e per affrontare in sede conoscitiva ed educativa, il rilievo costituzionale, europeo e mondiale che il nuovo Governo, sostenuto da un’inedita maggioranza parlamentare, si prepara ad affrontare in tempi strettissimi per poter accedere alle ingenti risorse deliberate in sede europea in particolare per il nostro Paese. E’ un’occasione da non perdere anche per la scuola, come previsto dalla legge 92 e dalle relative Linee Guida.
Luciano Corradini